Cosa vedere a Kyoto in 3 giorni

Tempio di Kinkaku Ji

Oggi è il settimo giorno del nostro tour in Giappone e percorreremo circa 280 km in direzione Kyoto.

Kyoto, circondata da una natura mozzafiato e con una cultura ricchissima sviluppata nel corso di più di 1.200 anni, è una città davvero speciale. Molte tradizioni giapponesi hanno origine proprio qui e sono ancora parte integrante della vita quotidiana dei kyotani. Pensate alle “machiya”, tradizionali case in legno dove la gente vive ancora oggi, o agli eventi unici come il famoso Gion Matsuri, festa annuale davvero spettacolare.

Non bisogna dimenticare poi il quartiere Hanamachi, dove vivono e lavorano le geisha, così come le statue Jizo che si trovano un po’ ovunque in città e rappresentano la divinità protettrice dei bambini e dei viaggiatori. Insomma, la tradizione a Kyoto è ovunque! Anche il cibo è un’esperienza unica: la cucina giapponese pur essendo molto distante dai nostri gusti è generalmente sana e ben bilanciata, di frequente accompagnata dal tè che, per i giapponesi, è parte della vita di tutti i giorni. Infine particolarmente apprezzate sono le composizioni floreali che abbelliscono gli spazi aperti e rendono la città ancora più bella.

Giorno 1

Kinkaku-Ji

Il Rokuon-ji, che in italiano significa “Tempio del giardino dei cervi“, conosciuto come Kinkaku-ji o Padiglione d’Oro, è una delle mete più famose di Kyoto. Appena scesi dal bus ci siamo diretti all’entrata, dove Ester, la nostra accompagnatrice del Viaggio che ti manca, ha ritirato i biglietti che hanno la particolarità di essere scritti in calligrafia shodo, un’arte giapponese davvero affascinante!

Tempio d'Oro
Tempio d’Oro

Camminando lungo il viale alberato cerco di immaginare il Kinkaku-ji. Poi improvvisamente, quasi per magia, eccolo apparire! Forse non è enorme come me l’aspettavo, ma è comunque maestoso. Il Padiglione è circondato dal bellissimo lago di Kyoko-chi che, in italiano, significa “stagno a specchio”. In una giornata di sole il riflesso dorato del tempio nell’acqua è davvero uno spettacolo!

Kinkaku Ji
Kinkaku Ji

La visita al Kinkaku-ji ha presentato qualche difficoltà vista la grande quantità di visitatori e l’incedere attraverso un percorso obbligato. Gli addetti cercavano di farci avanzare, a dire il vero, senza grande successo visto che tutti ambivano a un selfie con il padiglione sullo sfondo. Per fortuna Andrea, il nostro accompagnatore, è riuscito a fare una foto perfetta!

La nostra foto ricordo
La nostra foto ricordo

Il Kinkaku-ji, uno dei 17 siti Patrimonio Mondiale di Kyoto, è un tempio buddista a due piani ricoperto d’oro che brilla al sole. Al suo interno, non visitabile, ci sono le reliquie di Buddha. Anche se non è come gli altri templi buddisti, semplici e sobri, la sua bellezza abbaglia chiunque lo osservi. Una fenice che sembra osservare con distacco i visitatori completa la costruzione.

Padiglione d'oro
Padiglione d’oro

Passeggiamo nel lussureggiante giardino zen. Rimango incantata da questo luogo meraviglioso dove ogni albero è stato piantato per infondere al visitatore pace e tranquillità: il luogo perfetto per rilassarsi e staccare la spina.

Giardino zen
Giardino zen

Nel giardino c’è anche l’Hojo che è la struttura centrale del Kinkaku-ji. E’ un edificio di dimensioni impressionanti con una superficie di circa 200 metri quadrati che si trova vicino al centro dell’area del tempio.

L’Hojo fu costruito nel 1602, durante il periodo Edo, da un monaco di Kinkaku-ji di nome Saisho Jotai. Quello che vediamo ora è stato ricostruito nel 1678 dall’imperatore Go-Mizunoo. È un posto davvero unico, tanto che è stato riconosciuto per la sua storia e la sua bellezza architettonica come importante bene culturale del Giappone.

Il tempio, con la sua tipica atmosfera tradizionale, presenta porte scorrevoli decorate con bellissimi dipinti su pannelli di cedro.

Hojo
Hojo

A Kyoto c’è un pino unico, il Rikushu-no-Matsu, che si dice sia stato piantato da Ashikaga Yoshimitsu, il terzo shogun dello shogunato Muromachi. Il suo nome, “barca di terra”, deriva dalla sua forma particolare che ricorda una barca. Pare fosse originariamente un bonsai coltivato da Yoshimitsu.

Questo pino con la sua stranissima forma è uno dei più belli che abbia mai visto. Si dice che la sua forma rappresenti il viaggio delle anime verso il paradiso buddista. Fantastico vero ?

Rikushu-no-Matsu - pino barca
Rikushu-no-Matsu – pino barca

Passeggiando nel giardino, troviamo la cascata Ryumon. Ai suoi piedi, una pietra a forma di pesce che racconta una leggenda cinese dove un pesce, risalendo la cascata, si è trasformato in drago!

La cascata Ryumon
La cascata Ryumon

Poco lontano dall’uscita c’è il tempio buddista Fudo-do che, come suggerisce il nome, custodisce Fudo Myo-o, una divinità buddista.

La sala, costruita nel lontano 1225 durante il periodo Kamakura, ha una storia davvero affascinante. Distrutta durante la guerra di Onin, è stata poi ricostruita nell’epoca Tensho (1573-1592) del periodo Sengoku da Ukita Hideie, un signore feudale davvero importante. L’edificio che vediamo oggi è proprio quello ricostruito, il più antico del Kinkaku-ji!

Tempio Fudo-do
Tempio Fudo-do

Il Kinkaku-ji è uno dei luoghi più belli di Kyoto e visitarlo a fine novembre come è accaduto a noi vi dà la possibilità di ammirarlo in tutto il suo splendore. L’autunno lo rende particolare: le foglie rosse, arancioni e gialle creano un contrasto incredibile con il padiglione.

Ryoan-ji Temple

A due passi dal famoso Tempio di Kinkaku-ji, c’è un altro tesoro nascosto il Tempio di Ryoan-ji, un tempio zen famoso per il suo giardino di pietre davvero unico. Se sei a Kyoto e cerchi qualcosa di speciale e bello da vedere, questo posto è assolutamente da non perdere! All’interno del tempio si trova il giardino giapponese di Karesansui, uno dei giardini Zen più famosi al mondo. Questo piccolo tempio buddista della setta Ranzai è diventato famoso per il suo straordinario esempio di giardino roccioso giapponese. Il giardino, interamente in roccia e ghiaia, è stato progettato per offrire ai monaci un luogo tranquillo dove dedicarsi alla preghiera e alla meditazione

Mappa del Tempio di Ryoan-ji
Mappa del Tempio di Ryoan-ji

Breve storia del Tempio di Ryoan-ji

Il tempio Ryoan-ji, che significa “il tempio del drago pacifico”, in realtà era la villa della famiglia Fujiwara durante il periodo Heian. Fujiwara Saneyoshi, un membro della famiglia, costruì nell’XI secolo nella loro tenuta, il grande stagno e il primo tempio, il Daiju-in.

Nel lontano 1450, un potente signore della guerra di nome Hosokawa Katsumoto, noto per essere anche il vice dello shogun, decise di comprare il terreno e costruirci un tempio Zen, il Ryoan-ji. Purtroppo, durante la guerra di Onin tra i clan, il tempio originale andò distrutto. Il figlio di Hosokawa Katsumoto decise di ricostruirlo nel 1488.

Kanji nel tempio Ryoan-ji Kyoto
Kanji nel tempio Ryoan-ji Kyoto

Al tempio di Ryoan-ji ci sono un sacco di cose da visitare! C’è il famoso Giardino Roccioso, il grande stagno Kyoyochi e un giardino enorme. Ci sono anche diversi templi più piccoli e un tempio principale.

Appena entrata, sono rimasta meravigliata davanti a questo incredibile viale alberato! L’autunno è la mia stagione preferita e adoro come riesca a dipingere la natura con le sue tonalità calde e vibranti!

Viale alberato al Tempio Ryoanji
Viale alberato al Tempio Ryoanji

Il grande stagno Kyoyochi, uno dei tre stagni a specchio più famosi di Kyoto, costruito nel tardo XII secolo e conosciuto anche come “stagno delle anatre mandarine” (Oshidori-ike) perché un tempo era abitato da questi pennuti. Oggi invece è abitato germani reali e aironi cenerini. Lo stagno è largo circa 120 metri da est a ovest e 60 metri da nord a sud. Dicono che un tempo fosse ancora più famoso del giardino roccioso.

Stagno Kyoyochi
Stagno Kyoyochi

Nello stagno ci sono 3 piccole isole, due di queste si possono raggiungere con una breve passeggiata. Una si chiama Fushidora-Jima che significa “isola della tigre nascosta” mentre l’altra si chiama Bentenjima, da Benten o Benzaiten il dio della fortuna.

Il grande stagno Kyoyochi
Il grande stagno Kyoyochi

L’area attorno allo stagno è un bellissimo giardino dove si può passeggiare. Sulla superficie dell’acqua c’è una pietra chiamata “pietra mikumari” che è utilizzata per misurare la profondità dello stagno.

Giardino Ryoan-ji
Giardino Ryoan-ji

Ed eccoci arrivati al Karesansui, il giardino di pietra. Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più maestoso e con qualche dettaglio in più. Ma, d’altro canto, questo è un giardino Zen, quindi è tutto molto essenziale e minimalista.

Giardino di rocce - Ryoan-ji
Giardino di rocce – Ryoan-ji

Si tratta di un giardino davvero particolare la cui costruzione è avvolta nel mistero, così come l’identità del suo creatore. Il giardino si estende su un terreno rettangolare di 248 mq, circondato da bassi muri di argilla. Al suo interno, quindici rocce sono disposte in piccoli gruppi su macchie di muschio. La cosa curiosa è che, da qualsiasi punto ci si trovi, almeno una roccia rimane sempre nascosta alla vista.

Nessuno sa esattamente come sia nato questo giardino, chi l’abbia creato e cosa rappresenti. C’è chi dice che siano delle isole in un oceano, oppure delle montagne in un mare di nuvole. Altri ancora pensano che sia una tigre con i suoi cuccioli mentre attraversa un fiume! Ma la cosa bella è che, non avendo nessuna certezza , possiamo sbizzarrire la nostra fantasia e immaginare qualsiasi cosa.

Il vero fulcro della meditazione nel giardino Zen sono le isole che rappresentano l’immortalità, la longevità e, soprattutto, la salute.

Hojo - Ryoan-Ji
Hojo – Ryoan-Ji

Il giardino di Ryoan-ji si può ammirare dall’Hojo che era la casa del capo sacerdote. Oltre al giardino di pietra, l’Hojo ha anche dei dipinti sulle porte scorrevoli (fusuma) delle sue stanze, presenta il classico tatami e due giardinetti sul retro dell’edificio.

Ci sono tantissimi giardini molto belli al Tempio di Ryoan-ji, ma quello che mi ha colpito maggiormente è la calma e la serenità che regna ovunque.

Riprendiamo il bus per raggiungere il nostro albergo, il “The Chapter Kyoto, a Tribute Portfolio Hotel”. È un hotel a 4 stelle super curato e con tutto quello che serve. La colazione e la cena sono deliziose: la cena è a buffet e per l’occasione il cuoco ha preparato piatti italiani veramente buoni! Da segnalare la posizione estremamente comoda dell’hotel a soli 15 minuti a piedi da Gion. Uscendo è possibile fare, in un paesaggio molto suggestivo, una bella passeggiata lungo il fiume che porta fino a Gion. Ah, dimenticavo: le camere sono carinissime e ben organizzate.

Cena Kaiseki con intrattenimento di una Maiko

Il nostro viaggio in Giappone è stato finora ricco di emozioni e di avvenimenti, ma una serata si è distinta in modo particolare. Dopo aver percorso circa 300 km da Takayama ed avere trascorso una giornata a visitare due magnifici templi, il Kinkaku-ji e il Ryoan-ji, la sera, abbiamo avuto il piacere di poter degustare una tradizionale cena Kaiseki ryori con l’intrattenimento di una Maiko, un’aspirante Geisha.

Che cosa è la cucina Kaiseki ryori?

La cucina “Kaiseki” è nata dalla cerimonia del tè a Kyoto, ma poi, soprattutto tra i nobili, è diventata un vero e proprio stile di cucina super raffinato. Bisogna immaginare il menu degustazione di un ristorante stellato, ma con un tocco giapponese! Ogni portata è un’opera d’arte con ingredienti freschissimi di stagione presentati in piccoli piatti. Non è solo questione di gusto anche la presentazione è fondamentale! I colori, le forme, tutto deve essere perfetto. Ogni dettaglio è pensato con cura, dalla forma della ciotola alla guarnizione finale. Ogni piatto è un vero capolavoro, delicato, colorato ed equilibrato.

Cena Kaisek ryori
Cena Kaiseki ryori

Abbiamo raggiunto a piedi il ristorante “Ganko Takasegawa Nijo-en” perché è molto vicino al nostro hotel. Il ristorante è davvero carino, ma la cosa che mi ha colpito di più è stato il giardino giapponese, semplicemente stupendo! La cena invece non mi ha fatto impazzire: portate piccole con verdure, sushi e sashimi. Non mangiando pesce, non ho potuto apprezzare molti piatti. Fortunatamente ho ordinato una porzione di Kobe che ho gustato molto!

Giardino Giapponese
Giardino Giapponese

Intrattenimento con Maiko

Durante la cena abbiamo visto uno spettacolo davvero bello con una Maiko giovane e graziosa!

Maiko
Maiko

A un certo punto, durante la cena, ci hanno fatto accomodare per accogliere la nostra Maiko (un’apprendista geisha tra i 15 e i 20 anni). Dietro le quinte c’era anche una Geisha (o Geiko, come le chiamano a Kyoto) più anziana che suonava il tradizionale Shamisen.

Non voglio sembrare sdolcinata, ma è stato davvero speciale vedere entrare questa ragazza di 16 anni con la sua elegante acconciatura tradizionale, il viso bianco come la porcellana e il suo splendido kimono di seta.

Diventare Maiko non è per niente facile è un percorso davvero impegnativo il cui fine è ambire ad essere una Geisha.

Tradizionalmente, le Maiko e le Geisha intrattengono gli ospiti durante gli incontri sociali di alto livello con danze tradizionali giapponesi, giochi, conversazioni e arti tradizionali. Si allenano tantissimo per perfezionare le loro abilità e diventare esperte in molte discipline diverse.

Oltre alle arti tradizionali come la scrittura, la recitazione di poesie, la composizione di fiori, la cerimonia del tè e la calligrafia, le Geisha devono anche essere bravissime a cantare e danzare. Sono musiciste e artiste di talento che offrono ai loro clienti un intrattenimento davvero speciale e raffinato.

La giovane Maiko mi ha davvero meravigliata esibendo nella danza dei movimenti estremamente misurati e fluidi! Ad accompagnare l’esibizione, dietro le quinte, c’era una Geisha che suonava lo shamisen, uno strumento a corda di Okinawa che sembra una piccola chitarra.

Dopo lo spettacolo, abbiamo avuto la possibilità di fare qualche domanda, con l’aiuto della nostra guida Ester, alla Maiko. Ero curiosa di scoprire come si preparano ogni giorno, soprattutto perché si truccano da sole! Un’altra cosa interessante: le Maiko usano i loro capelli veri, non parrucche, e li sistemano una volta alla settimana. Per non rovinarli mentre dormono, usano dei cuscini speciali chiamati Takamakura o Hakomakura fatti di legno, a forma di forcella, che servono a sostenere la nuca senza schiacciare l’acconciatura. Pazzesco, vero?

Avete mai sentito parlare del gioco della Maiko che si chiama Konpira fune fune? È super facile da imparare! Immaginate due giocatori che si fronteggiano e si alternano nel toccare una scatola o il tavolo. Se la scatola è sul tavolo quando è il loro turno, devono toccarla con la mano piatta. Se al contrario la scatola non è sul tavolo, devono toccare il tavolo con il pugno. Se non riescono a fare nessuna delle due cose, perdono la partita! A volte, quando si perde, si è costretti a bere qualcosa. Quindi oltre al divertimento anche un po’ di birra!

Konpira fune fune
Konpira fune fune

Devo dire che è stata veramente una bella serata; se vi trovate a Kyoto vi consiglio di provarla.

Giorno 2

Siamo già all’ottavo giorno del nostro fantastico tour in Giappone! Oggi ci aspetta una giornata piena di storia e cultura. Inizieremo dal quartiere tradizionale di Higashiyama.

Kiyomizu-Dera

La nostra prima tappa è il tempio Kiyomizu-dera che in giapponese significa “Tempio dell’acqua pura”! In questo periodo dell’anno è uno spettacolo grazie agli aceri presenti tutt’intorno che si colorano di rosso e arancio.

Kyoto, l’antica capitale del Giappone, è ricca di templi incredibili, ma quello più popolare è sicuramente il Kiyomizu-dera! Estremamente scenografico, è patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1994. Essendo ubicato sulle colline a est di Kyoto, per arrivarci abbiamo fatto una bella passeggiata percorrendo le stradine del quartiere di Higashiyama.

La maestosa porta di Nio-mon alta 14 metri
La maestosa porta di Nio-mon alta 14 metri

Al nostro arrivo veniamo accolti dalla maestosa porta di Nio-mon alta ben 14 metri. Impossibile non fermarsi per la prima foto ricordo!

Porta di Sai-mon
Porta di Sai-mon

Poco distante dalla Porta di Nio-mon si trova un’altra Porta, la Sai-mon, il cui accesso non è consentito. Questa Porta è considerata un luogo sacro per la meditazione nissokan, una pratica buddista che consiste nella contemplazione del paradiso osservando il sole al tramonto. Molti visitatori si soffermano qui per riflettere in silenzio, immergendosi negli insegnamenti del buddismo.

Terrazza del Kiyomizu-Dera
Terrazza del Kiyomizu-Dera

Il tempio fondato nel 780 si erge sul sito della cascata di Otowa, nelle colline boscose a est di Kyoto, il cui nome “Kiyomizu-dera” deriva proprio dalle acque pure dell’omonima cascata. Il tempio è noto soprattutto per la sua impressionante terrazza in legno, alta 13 metri e sostenuta da 139 pilastri, che sporge dalla sala principale.

È sorprendente come la maestosa sala principale e la massiccia terrazza in legno siano state costruite senza l’utilizzo di chiodi. Questa tecnica costruttiva che si chiama kakezukuri ha permesso a tali strutture di resistere per secoli alle intemperie e alla forza distruttiva dei terremoti a testimonianza dell’abilità dei costruttori dell’epoca.

Particolare del sopporto della terrazza
Particolare del sopporto della terrazza

La terrazza offre ai visitatori una splendida vista sia sui ciliegi e gli aceri sottostanti che sulla città di Kyoto in lontananza.

Vista sulla città
Vista sulla città

Il Kiyomizu-dera, come molti altri templi storici del Giappone, ha passato un periodo travagliato durante le guerre feudali. Purtroppo, la maggior parte degli edifici sono stati distrutti più volte dagli incendi. Tuttavia, grazie alla dedizione e alla fedeltà dei suoi seguaci, il tempio è stato sempre ricostruito! La maggior parte degli edifici che vediamo oggi sono stati ricostruiti nel 1633. Nel 1944, il Tempio Kiyomizu-dera è stato riconosciuto come uno dei monumenti storici dell’antica Kyoto e inserito dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale dell’Umanità.

Durante la nostra visita abbiamo potuto ammirare i punti più rilevanti di questo meraviglioso tempio:

Pagoda a tre piani
Pagoda a tre piani

Appena si entra nel tempio, ci si trova davanti a questa bellissima Pagoda a tre piani, tutta rossa vermiglio. Ricostruita durante il periodo Muromachi è alta ben 31 metri, una delle più alte del Giappone! Le sue gradinate che sembrano arrampicarsi fino in cielo e il suo rosso vermiglio che si sposa alla perfezione con il blu del cielo e le colline colorate dall’autunno conferiscono alla struttura qualcosa di magico. Ma non è solo bella, è anche un luogo molto importante per i credenti.

Gli. attrezzi di Benkei
Gli attrezzi di Benkei

Continuando ci siamo imbattuti in alcuni coraggiosi visitatori che si sono cimentati nel sollevamento di due tipi di barre di acciaio! Gianmario ci ha provato, ma è riuscito a sollevare solo quella più piccola. Queste barre sono repliche degli strumenti di Benkei, un famoso monaco-soldato del XII secolo. Quella grande pesa ben 96 kg, mentre quella piccola 17 kg!

Sala Amida-do e Okuno-in
Sala Amida-do

In lontananza si può vedere la Sala Amida-do dove si trova la statua del Buddha Amitabha. In questa sala il famoso monaco del XII secolo Honen insegnava alla gente l’importanza di pregare e cantare il Nembutsu, la recitazione del Buddha.

L’edificio, ricostruito nel 1631, ha subito il restauro della colorazione nel 1996. Le splendide decorazioni sul soffitto e sulle pareti ricordano la Terra Pura dove vive Amida Buddha.

Statue Jizo
Statue Jizo

Cosa sono quelle statue di pietra con la pettorina rossa? Sono dei Buddha chiamati “Jizo Bodhisattva” che si trovano un po’ ovunque non solo nei parchi dei templi! Passeggiando è possibile, con un po’ di fortuna, scorgere anche una casetta di legno, dove spesso c’è un Jizo. IlJizo è come un angelo custode sia per i bambini che per le mamme in attesa e i viaggiatori. Ecco perché ogni città ne ha uno per proteggere la sua zona. Spesso si possono trovare lungo la strada, all’ingresso e all’uscita della città, dove i viaggiatori si fermano a pregare per un viaggio sicuro.

In origine, il Jizo Bosatsu aveva la forma di un monaco buddista. Intorno al XII secolo, il Jizo assunse la forma di un bambino, cosa attuale anche ai giorni nostri. Si credeva che Jizo proteggesse i bambini e si facesse carico delle loro disgrazie tanto da scegliere la figura del bambino per rappresentarlo e renderlo più famigliare alla gente. In seguito, le persone iniziarono a donare il “bavaglino rosso” o il “cappuccio rosso” al Jizo con l’augurio che i loro figli crescessero sani.

Cascate di Otowano-taki
Cascate di Otowano-taki

Questo luogo sacro, pur attirando molte persone con conseguenti lunghe code, mantiene un’atmosfera serena. Si dice che scorra “acqua pura” ed è un luogo venerato fin dall’antichità.

La cascata è divisa in tre corsi d’acqua, ognuno dei quali si dice conferisca una benedizione specifica: successo negli studi, amore, longevità. I visitatori ne scelgono uno da cui bere usando un mestolo; un’esperienza unica profondamente radicata nelle tradizioni di Kiyomizu-dera.

Questo tempio è veramente bello. Sin dal suo ingresso, la Porta di Nio-mon, rivelava qualcosa di inaspettato creando in me crescenti aspettative.

Un viaggio nel passato di Kyoto, le storiche vie di Ichinenzaka, Sannenzaka e Ninenzaka

E’ ora di scoprire la bellezza senza tempo di Kyoto! Visitare alcuni quartieri di Kyoto è come essere trasportati indietro nel tempo. Queste vie non sono solo un’immagine che rimane impressa nella tua mente ma il percorrerle è un’esperienza che puoi realmente vivere.

Ninenzaka
Ninenzaka

Camminare per queste stradine crea un’atmosfera romantica e nostalgica che ricorda un mondo quasi dimenticato. Le strade lastricate, le case tradizionali con le loro staccionate di legno nero, le tende dei negozi che danzavano nella brezza… un panorama incantevole! E poi, a ogni angolo, si trovano sale da tè e ristorantini che, con il loro profumo di incenso e matcha nell’aria, invitavano a fermarsi.

Ichinenzaka il nome deriva dagli insegnamenti buddisti. Salendo il pendio si può vedere una piccola statua buddista chiamata ichinen Jizoson. Lungo la strada lastricata in pietra ci sono caffè alla moda e negozi di souvenir tradizionali; si trovano anche case a schiera Machiya.

Negozi e case a Kyoto
Negozi e case a Kyoto

Sannenzaka, la quintessenza della bellezza di Kyoto, è lunga 100 metri e conduce al Tempio Kiyomizudera. Questa, come del resto le altre stradine, è leggermente in pendenza ed è costeggiata da numerosi edifici storici che hanno valso all’area il titolo di distretto storico protetto. Lungo questa via c’è anche il museo Kiyomizu Sannenzaka che consiglio vivamente agli appassionati di arte giapponese.

Pagoda Yasaka-no-to
Pagoda Yasaka-no-to

Ninenzaka una strada piena di fascino, con negozi tradizionali dove è possibile trovare sottaceti, dolci yatsuhashi, caffè, tè matcha e negozi di artigianato. Mentre passeggi sei accompagnato dalla sagoma della Pagoda Yasaka-no-to, alta cinque piani, in bella mostra con tutta la sua maestosità. Lanterne ed insegne in legno con scritte in giapponese rendono l’atmosfera autentica e suggestiva.

Il gatto superstar Kyoto
Il gatto superstar Kyoto

E poi c’è lui “il gatto superstar di Kyoto”. Puoi accarezzarlo e coccolarlo quanto vuoi, ma non dimenticare di dargli una mancia!

Queste tre strade storiche che portano al Tempio Kiyomizu mi hanno portato in un viaggio attraverso i paesaggi che mi immaginavo quando pensano alla “vecchia Kyoto”. Un’esperienza imperdibile!

Parco di Maruyama

Poco distante dalle trafficate vie di Gion e dallo storico Santuario di Yasaka si trova il Parco di Maruyama. Dopo aver visitato templi, santuari e luoghi storici, il parco rappresenta il luogo ideale per rilassarsi e godere del suo paesaggio naturale. Sebbene sia rinomato per la fioritura dei ciliegi, il Parco di Maruyama è un paradiso anche per gli amanti del momijigari.

Parco di Maruyama
Parco di Maruyama

E’ stato piacevole passeggiare tra sentieri tranquilli e panchine ombreggiate, così come girare attorno al piccolo lago dove sono presenti tartarughe e pesci koi. E’ possibile anche incontrare la statua di Sakamoto Ryoma, un famoso samurai e ammirare l’attrazione più famosa del parco il torreggiante shidarezakura (ciliegio piangente), che, di sera, dicono sia un spettacolo incredibile.
A volte è possibile assistere a un tradizionale servizio fotografico con protagonisti gli sposi o vedere la gente del posto che pranza sotto gli alberi.

Lago Parco Maruyama
Lago Parco Maruyama

Quanto è piacevole passeggiare tra gli aceri che in autunno si tingono dei più vari colori, dal rosso intenso, all’arancione, al giallo brillante fino al marrone dorato: uno spettacolo mozzafiato!

Cicogna
Cicogna

Infine alzo lo sguardo e vedo questa splendida cicogna che sembra dire guardatemi sono bellissima!

Santuario di Yasaka

Continuando la nostra passeggiata incontriamo il Santuario di Yasaka, noto anche come Santuario Yasaka-jinja, uno dei più importanti e celebri di Kyoto. Situato nel quartiere di Gion, rappresenta una meta molto frequentata dagli estimatori della storia e della cultura della città.

Santuario Yasaka
Santuario Yasaka

Risalente a oltre mille anni fa, il Santuario Yasaka è dedicato alla dea shintoista Konohanasakuya, simbolo della fioritura dei ciliegi. Il santuario è un luogo di preghiera e di offerte dove i visitatori possono acquistare amuleti di buon auspicio chiamati omamori e annotare i propri desideri su tavolette di legno denominate ema.

Ingresso per il Santuario Yasaka
Ingresso per il Santuario Yasaka

L’architettura del Santuario Yasaka è suggestiva, caratterizzata dai tradizionali torii in legno che conducono all’ingresso. Il giardino Maruyama, situato nella parte posteriore del santuario, dicono sia particolarmente suggestivo durante la stagione della fioritura dei ciliegi. Devo dire che la bellezza della cornice naturale, caratterizzata dalle calde tinte gialle e rosse degli aceri e dei Ginkco biloba che si preparano al letargo invernale, conferisce ulteriore fascino al parco e al santuario.

Colori dell'autunno
Colori dell’autunno

Rientriamo in albergo a piedi cosa che ci offre la possibilità di incontrare angoli molto pittoreschi e particolari.

Hanami-Koji Strett un albero particolare
Hanami-Koji Street un albero particolare
Tempio Chugenji
Tempio Chugenji
Tempio Daiunin
Tempio Daiunin

Prima di rientrare in albergo per la cena facciamo una sosta al Nishiki Market dove si trova di tutto e di più. Noi abbiamo preso un Matcha Latte in un simpatico bar dove volendo è possibile coccolarti un cucciolo di cane, un maialino o fare semplicemente dello shopping.

Giorno 3

Oggi siamo al nono giorno del nostro tour in Giappone. Questa mattina ci sposteremo in bus dal nostro albergo verso una delle tappe imperdibili in un viaggio in Giappone.

Fushimi Inari Taisha

Il Fushimi Inari Taisha è uno dei luoghi più iconici e suggestivi, oltre che il principale santuario Inari di tutto il Giappone, una meta imperdibile durante una visita a Kyoto. Il Fushimi Inari Taisha è dedicato a Inari, la divinità shintoista del buon raccolto e del successo negli affari. Questo santuario è celebre per le migliaia di porte torii di colore arancione, sotto le quali si snoda un sentiero che attraversa fitte foreste e conduce sul sacro Monte Inari. La vista di queste migliaia di porte torii potrebbe destare un certo stupore, ma se percorse e affrontate con calma, fermandovi se necessario, non dico sia un gioco da ragazzi ma è fattibile per chiunque.

Mappa Fushimi-inari
Mappa Fushimi-inari

Inizio con raccontarvi alcune curiosità storiche e divertenti relative questo santuario:

  • Le prime strutture del santuario di Fushimi Inari furono costruite nel 711. Kyoto è stata la capitale del Giappone dal 794 al 1868, quindi Fushimi Inari ha iniziato a essere costruito prima che Kyoto diventasse così importante.
  • Il Monte Inari è alto 233 metri
  • Ci sono circa 30.000 santuari dedicati a Inari in tutto il Giappone, ma il Fushimi Inari Taisha è il più importante.
  • In tutto il santuario e lungo i sentieri si trovano molte statue di volpi. Questo perché le volpi, secondo le credenze shintoiste, sono i messaggeri di Inari.
Le volpi
Le volpi
  • Il sentiero è lungo 4 km; ci sono circa 12 mila gradini che portano fino alla cima del monte attraverso approssimativamente 10 mila porte torii donate da persone o aziende per ottenere la benedizione di Inari, divinità del raccolto e degli affari.
Torii con incisioni dei donatori
Torii con incisioni dei donatori
  • Ogni torii rappresenta una donazione e, come avrete sicuramente notato, sia a destra che a sinistra sono riportati la data e il nome della persona o della società che ha fatto la donazione.
  • Lungo il percorso ci sono dei santuari dove è possibile scrivere un desiderio su una piccola volpe di legno o su un “ornamento” torii. E’ possibile poi appenderlo insieme alle migliaia di altri qui presenti, oppure portarlo a casa come souvenir. Personalmente me lo sono portato a casa!
  • Se vi è capitato di vedere il film Memorie di una geisha avrete sicuramente riconosciuto gli iconici cancelli del Fushimi Inari
Sebon torii
Sebon torii
  • Se come me amate collezionare i Goshuin, prima di intraprendere la salita, è possibile procurarvene uno. Un Goshuin è una sorta di timbro calligrafo, caratteristico di ogni tempio shintoista e buddhista, che viene dato a pagamento ai fedeli e ai visitatori. Il più delle volte vengono realizzati a mano, sul momento come il mio, dai monaci o dagli addetti del tempio.
Goshuin
Goshuin

La maggior parte dei visitatori viene in questo luogo solo per vedere i torii e raggiungere la cima del monte ma, sia durante la salita che la successiva discesa, si possono incontrare strutture molto belle dove i fedeli venerano le divinità.

Piccolo santuario al Fushimi inari taisha
Piccolo santuario al Fushiminari-taisha

Più si sale e più ci si addentra nella foresta lungo il sentiero dei cancelli rossi, meno persone si incontrano. Nell’occasione anche a me è capitata una piccola disavventura perché quando mi sono fermata per ritirare il Goshein ho perso i miei compagni di viaggio ed ho dovuto affrontare la salita da sola. Finalmente, dopo aver sbagliato per un breve tratto la strada e dopo tanta fatica, con una marcia di circa 30-45 minuti sono arrivata a metà strada e precisamente al punto panoramico Yotsutsuji: il mio sforzo è stato ripagato.

Punto panoramico Yotsutsuji
Punto panoramico Yotsutsuji

Dopo essermi riposata qualche minuto ed aver finalmente raggiunto i miei compagni ho dato forfait e ho intrapreso la via del ritorno con loro.

Inizio sentiero che porta alla cima del Monte Inari
Inizio sentiero che porta alla cima del Monte Inari

Dall’incrocio panoramico Yotsutsuji, come si vede dalla foto, il sentiero continua a salire in modo piuttosto ripido e questo fino alla cima del monte Inari.

Il percorso da e per la cima è circolare e ritorna all’incrocio panoramico Yotsutsuji da dove si scende al punto di partenza.

Salita al Monte Inari
Salita al Monte Inari

Non so quanti passi ho fatto quel giorno, sicuramente tanti, tuttavia li rifarei. Il Fushimi Inari-Taisha ha superato le mie aspettative ed il ricordo di questa magica escursione, attraverso infinite porte rosse, mi rimarrà impresso per sempre.

Adashino Nenbutsu-ji

Questo tempio è uno dei luoghi sacri più particolare della città ed è situato nel tranquillo quartiere di Arashiyama. Il Tempio Adshino Nenbutsu-ji è a dire poco un gioiello storico, ricco di un profondo significato spirituale e culturale.

Pietre funebri
Pietre funebri

Sembra che il Tempio di Adashino Nenbutsu-ji sia stato fondato dal venerabile monaco Kukai intorno all’VIII secolo. Si ritiene che le sue circa 8.000 pietre funebri e pagode commemorino le anime di coloro che sono morti senza parenti. La zona ha ospitato riti funebri fin dall’antichità quando i corpi venivano lasciati alle intemperie. Con il tempo i corpi furono sepolti e, per onorarli, furono collocate pietre funebri. Molte di queste pietre funebri sono state disperse e sepolte in tutta la regione. A metà dell’era Meiji (1868-1912), la gente del posto ed i funzionari del tempio riunirono le pietre funebri nel recinto del tempio e vennero accese delle candele per venerarle. Questo diede inizio alla cerimonia annuale Sento-Kuyo.

Tampio Adashino Nenbutsu-ji
Tempio Adashino Nenbutsu-ji

Entrando nel parco del tempio vieni avvolto da un’armoniosa fusione di vita e memoria. Migliaia di statue di pietra con le superfici invecchiate dal tempo, conosciute come “nenbutsu“, si ergono in file silenziose. Queste statue, dedicate alle anime dimenticate e non reclamate, sembrano assorbire silenziosamente la vita circostante.

Statua in pietra Tempio Adashino Nenbutsu-ji
Statua in pietra Tempio Adashino Nenbutsu-ji

Questi solenni monumenti in pietra rappresentano un toccante tributo ai defunti molti dei quali sono stati sepolti in tombe non segnate nell’area di Adashino, storicamente utilizzata come luogo di sepoltura. Nel corso del tempo, la comunità ha raccolto queste pietre disperse per onorare gli spiriti creando un paesaggio suggestivo.

Pertanto, oggi il tempio, più che a un cimitero, ricorda una vasta collezione di sculture, ognuna diversa dalle altre. Solo qualche secolo dopo fu aggiunta una sala di preghiera nella quale era possibile pregare e recitare i sutra per i defunti.

Torre Budda Shaku
Torre Budda Shaku

Pur presentando un’atmosfera suggestiva, il Tempio Adashino Nenbutsu-ji si rivela un luogo di grande fascino caratterizzato da sentieri che si snodano tra le statue.

Statue tanuki tempio Adashino Nenbutsu-ji

All’estremità opposta del tempio, dopo aver attraversato il Sai no Kawara, si trova un suggestivo boschetto di bambù; potrebbe rappresentare una valida alternativa qualora non fosse possibile raggiungere quello, più celebre, di Arashiyama.

Piccola foresta di bambù
Piccola foresta di bambù

La visita all’Adashino Nenbutsu-ji offre un profondo legame con la ricca storia di Kyoto e con il profondo rispetto per gli antenati, elemento cardine della cultura giapponese.

Tempio di Tenruy-ji

Dopo una passeggiata e successiva sosta per il pranzo a Arashiyama ci dirigiamo verso il Tempio di Tenruy-ji.

Mappa Tempio Tenryu-ji
Mappa Tempio Tenryu-ji

Mentre Arashiyama era piuttosto affollata di turisti, arrivando al Tempio Zen Tenryu-ji (Tempio del Drago Celeste) ho percepito immediatamente un’atmosfera tranquilla e serena. Famoso per essere il tempio principale della scuola Rinzai Zen vanta anche un magnifico giardino zen risalente al quattordicesimo secolo. Il design dei giardini zen segue una filosofia ben precisa e il giardino del Tenryū-ji rappresenta un esempio di shakkei, che significa “paesaggio in prestito”. Le montagne che circondano uno dei lati del tempio sono perfettamente integrate nella composizione del giardino, come se fossero disposte su un secondo livello rispetto allo stagno.
Questo tempio nella zona di Arashiyama non è solo un bel tempio ma può vantarsi di essere uno dei più importanti templi zen del Giappone.

Il Kuri (gli alloggi)
Il Kuri (gli alloggi)

Il tempio Tenryū-ji fu eretto nel 1339 da Musō Soseki in memoria dell’imperatore Go-Daigo.  Nel 1358 un incendio di vaste proporzioni devastò il tempio distruggendo la maggior parte degli edifici. Nonostante fosse stato ricostruito, le guerre e gli incendi causarono ripetute distruzioni. Nel 1585, Toyotomi Hideyoshi ne avviò la ricostruzione. Nel 1876, Tenryu-ji divenne il tempio principale della setta Zen Rinzai Tenryu-ji. Nel 1994, è stato riconosciuto Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Budda e rana Tempio di Tenryu-ji
Budda e rana Tempio di Tenryu-ji

Il tempio Tenryu-ji , con il suo vasto parco di circa 100.000 metri quadrati, ospita il tempio principale e undici templi annessi.

Corridoio in legno Tempio Tenryu-ji
Corridoio in legno Tempio Tenryu-ji

La sala Hojo, che si affaccia direttamente sul giardino Sogen, è la struttura più grande del tempio che si estende per circa 300 metri quadrati.

Giardino Sogen Tempio Tenryu-ji
Giardino Sogen Tempio Tenryu-ji

Senza nulla togliere al bellissimo Tempio quello che mi ha più colpita è il giardino Sogenchi Teien, uno dei più belli che io abbia visto in Giappone. Devo dire che vederlo in autunno lo rende ancora più bello: sarei rimasta a contemplarlo a lungo. A differenza degli edifici che sono stati, per varie ragioni, ricostruiti più volte e poco hanno a che vedere con quelli originali, il giardino “dicono” sia rimasto pressoché immutato.

Sinfonia di colori Tempio di Tenryu-ji
Sinfonia di colori Tempio di Tenryu-ji

Nel giardino ci sono vari elementi come le aiuole di ghiaia rastrellate, lo stagno con le rocce posizionate ad effetto, gli alberi sulla collina e gli edifici che si combinano in modo armonioso. Una cascata decora l’estremità meridionale del giardino. Attorno al lago si snoda un percorso circolare dove si possono vedere piccole statue buddiste che punteggiano il verde.

Tempio Tenryu-ji in autunno
Tempio Tenryu-ji in autunno

Il giardino è famoso per la sua armonia tra architettura e natura dove regnano pace e tranquillità. Ideale per la meditazione è uno dei luoghi preferiti per i servizi fotografici dei neo sposi.

Copia di sposi nel giardino Sogenchi
Copia di sposi nel giardino Sogenchi

La foresta di bambù

Poco distante dal Tempio di Tenryu-ji c’è la Foresta di bambù di Arashiyama.

La foresta di bambù di Arashiyama
La Foresta di bambù di Arashiyama

Pur non corrispondendo pienamente alle mie aspettative, la passeggiata si è rivelata molto piacevole. La natura del luogo, selvaggia ma ordinata, è stata impreziosita dalla presenza del sentiero che attraversa la foresta e conduce sulla cima della collina. Al termine del percorso si trova la dimora storica di Okochi Sanso Villa, ex residenza di Okochi Denjiro, oggi trasformata in un museo dedicato al celebre attore giapponese. Il complesso comprende anche una sala da tè e splendidi giardini.

Sentiero nella foresta di bambù
Sentiero nella foresta di bambù

Le piante di bambù, alte più di dieci metri, sembrano quasi sfiorare il cielo e la luce soffusa che da esse filtra viene definita da una parola tutta giapponese” komorebi” che è impossibile tradurre in altre lingue.

Bambù
Bambù

Il suono creato dal fruscio dei bambù è inserito nella lista dei cento paesaggi sonori giapponesi, proprio per la sua peculiarità.

Il bambù riveste anche un’importanza di natura religiosa essendo considerato simbolo di forza capace di allontanare gli spiriti maligni. Per tale ragione, in Giappone sono presenti numerose foreste di bambù ed è frequente trovare templi buddisti e santuari shintoisti nelle loro vicinanze.

moltitudine di bambù
moltitudine di bambù

L’accesso alla foresta è libero, non sono previsti biglietti né orari. Purtroppo, questa libertà di accesso ha favorito l’opera di vandali che incidono scritte sui tronchi dei bambù. Queste persone credono di lasciare un segno del loro passaggio, ma in realtà lasciano solo il segno di un comportamento irresponsabile. Tale comportamento non va assolutamente incentivato in quanto rischia di compromettere l’ecosistema della foresta.


Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close

Travel & Style. Lovely Beautiful Life.

Made by Fallsky theme.
© Copyright 2018. All rights reserved.
Close