Diario di Viaggio del Carnevale di Rio

Il Carnevale di Rio è stato per noi un sogno nel cassetto che diventa realtà.

In effetti, Rio e nello specifico “il Carnevale” è sempre stato un sogno, che prima o poi, sapevo, avrei dovuto realizzare.
Due anni fa finalmente riesco a convincere mio marito che mi da l’OK, ed immediatamente mi do da fare per cercare l’albergo, volo, mi informo per quanto riguarda la sfilata, un lavoro infinito in quanto voglio che tutto sia perfetto, in fondo a Rio ci si va una volta nella vita… a Carnevale poi!!!!

Dopo essermi letta tutte le recensioni possibili ed immaginabili, in tutte le lingue che conosco, opto per il Miramar by Windsor a Copacabana con piscina all’ultimo piano e vista mozzafiato.

Per quanto riguarda la sfilata che si tiene al Sambodromo la ricerca della soluzione migliore è stata un pochino più complicata. Dopo aver fatto varie ricerche opto per il Folia Tropical, mi metto in contatto mail con loro, persone molto gentili e disponibili e riesco a prenotare al Super Folia (VIP).
Il volo ovviamente è stata la cosa più semplice da fare.

Volo tranquillo anche se lungo e finalmente arriviamo a Rio, dove ci aspetta la macchina con autista che abbiamo prenotato tramite l’albergo.

Check in veloce, disfiamo le valigie e via si parte per una prima passeggiata sul lungomare di Copacabana: è Carnevale si vede e si sente nell’aria, musica, gente che balla, spiaggia gremita di persone una attaccata all’altra, sento l’adrenalina che cresce in me, sono felice mi sembra quasi di essere tornata bambina.

Spiaggia di Ipanema

Una nota dolente che praticamente dopo 20 minuti di passeggiata mio marito viene scippato da un ragazzino che non ha più di 12/13 anni, veloce come un fulmine gli strappa la catenina che aveva al collo e di corsa inforca la sua bicicletta e sparisce nella folla. Rimaniamo li a guardaci increduli per l’accaduto, poi a mio marito viene in mente che nel momento dello strappo la medaglietta è caduta a terra e due ragazzi molto più grandi vedendola cadere l’hanno raccolta, lui che fa!!!!!
Corre e ferma un dei due e gli chiede di ridargli la medaglietta, io non mi muovo, ho un pochino di paura delle sue reazioni, invece il ragazzo guarda mia marito e senza battere ciglio gli rende la medaglietta. Tornati in albergo raccontiamo l’accaduto in reception, ovviamente si scusano per l’accaduto e raccomandano di stare molto attenti in futuro.
Non ci siamo comunque fatti intimorire dall’accaduto.

 

Per quanto riguarda l’albergo devo dire che la scelta si è rivelata ottima. Posizione di fronte alla spiaggia di Copacabana, camera molto carina e pulita, sicurezza ottima. Il fiore all’occhiello di questo albergo è la piscina panoramica sul tetto con vista mozzafiato sulla spiaggia. Che dire, noi abbiamo sempre pranzato e cenato al ristorante della piscina, forse la scelta non era delle più varie ma la vista compensava alla grande questa piccola lacuna.

La spiaggia di Copacabana vista dalla piscina
Favelas vista dalla Piscina

Quest’albergo ha anche una spiaggia privata, pertanto la mattina scendiamo e chiediamo come fare per andare in spiaggia.
Alla reception ci spiegano che dobbiamo semplicemente andare allo stabilimento N. 6 dove vedremo un gazebo con il nome dell’hotel, far vedere la nostra chiave ed avrebbero pensato a tutto loro.
Scendiamo in spiaggia, andiamo al gazebo, facciamo vedere la chiave e l’addetto prende un’ombrellone e due sdraio, che non sono esattamente sdraio, ma bensì sedie da spiaggia bassissime e scomodissime, ci chiede di seguirlo, mio marito ed io ci guardiamo in quanto la spiaggia era gremita di persone.

Il nostro posticino in spiaggia

Finalmente troviamo un fazzoletto di spiaggia libero 1m x 1m, l’addetto pianta l’ombrellone, apre le sdraio, ci dà gli asciugamani e 2 bottigliette d’acqua e ci dice “ecco potete stare qui”. Devo dire che la cosa era anche simpatica, noi e un miliardo di carioca: in un primo momento ci siamo senti un pochino spaesati ma poi ci siamo divertiti come pazzi.
Sulla spiaggia di Copacabana passano venditori ambulanti, chi vende capelli, chi caipirinha, chi con il fornello ti prepara gli spiedini, chi costumi da bagno, di tutto insomma e ovviamente accettano carte di credito di ogni tipo.
Questa giornata è stata la prima di molte altre bellissime.

Chi vuole une cappello

Durante il viaggio, dopo cena eravamo soliti uscire per far due passi sul lungomare di Copacabana oppure a Ipanema, fermandoci ad osservare tutti che ballavano e cantavano, chi nei vari barettini sulla spiaggia, chi invece improvvisava una festa dalla propria auto ballando e cantando, baule aperto con stereo a manetta, qualche sedia intorno alla macchina e caipirinha ovviamente.

Copacabana live music

 

Ipanema

Andare a Rio e non vedere il Corcovado ed il Pan di Zucchero non è proprio possibile, dunque tramite l’albergo (essendo in periodo di carnevale ed onde evitare le code) abbiamo prenotato un tour con guida.
Nel pulmino siamo in 6 (due ragazzi Argentini, una copia di Americani e noi) + la guida che devo dire era molto brava e preparata.
La prima tappa è il Largo Do Boticario, è una piazza nascosta dietro al Corcovado e che conserva nei suoi edifici l’essenza del passato coloniale di Rio de Janeiro. Questa piazza viene chiamata così in onore del portoghese Joaquim Luiz da Silva Souto che ai quei tempi gestiva un boticario, cioè farmacia. Ci abita ancora una famiglia e non vi dico con che orgoglio e fierezza ci ha fatto visitare la sua casa.

 

Al quartiere Cosme Velho saliamo a bordo di un treno a cremagliera ed attraverso la fitta foresta atlantica del parco nazionale di Tijuca raggiungeremo la Statua del Cristo Redentore che domina il monte Corcovado e che abbracccia sibolicamente tutta la città, lasciandoci senza fiato nel vedere questa statua gigantesca che sovrasta la città con panorami incredibili.

Cristo Redentore
Vista da Corcovado

Da li ci siamo diretti al Pan di Zucchero, che si raggiunge tramite una teleferica in due tappe, dovete sapere che io soffro di vertigini, dunque la cosa non è stata facile, ma la ricompensa una volta arrivati in cima è stata grande. Vedere la splendida Baia di Guanabara ed il Cristo Redentore dalla cima di questa montagna è indescrivibile.

 

Il Pan di Zucchero

Ma la ragione principale per la nostra visita a Rio era il Carnevale, ne avevamo sentito parlare e visto tante foto, ma esserci fisicamente è tutt’altra cosa.
Il Carnevale di Rio de Janeiro viene celebrato sulle sue spiaggie e nei suoi cortei coloratissimi e molto stravaganti ma le vere e proprie sfilate delle varie scuole di Samba sono al Sambodromo. Un gigantesco stadio che accoglie oltre 80,000 persone, con una pista lunga 700 metri, ed affiancata da gradinate e palchi privati su entrambi i lati e dove le varie scuole hanno al massimo 50 minuti per dimostrare di essere i campioni del samba.

 

Noi abbiamo scelto di andare il sabato, dove le prime sei scuole classificate tornano a sfilare.

Come posti abbiamo scelto un palco privato e cioè un camarotes, prenotando direttamente dall’Italia un Super Folia Vip, il prezzo del biglietto comprende il trasferimento, una cena a buffet, tutte le bevande (alcoliche e non) senza limitazioni ed il servizio al tavolo. Il settore dispone inoltre di un servizio di sicurezza. Ovviamente, il lusso si paga ma i camarotes offrono un gran plusvalore soprattutto per questa festa incredibile.

 

Quella sera ci siamo recati al punto d’incontro, indossando ovviamente la polo arancione obbligatoria, dove con dei pulmini ci hanno accompagnato al Sambodromo ed al nostro camarotes.

Che dire entrare al Sambodromo e vedere tutte queste persone a primo momento ci ha messo un pochino di agitazione.
Il nostro camarotes era composto da un piano terra ed un primo piano che si chiama “Folia Tropical” al secondo piano invece si trova il “Super Folia Vip” bellissimo, grande, aeroso e con circa 100 persone, dove c’era di tutto, Champagne Moet a volontà ect ect.

 

Io mi impadronisco subito di un posticino sul parapetto del camarotes con i piedi che penzolavano ad aspettare l’inizio della festa e non vedo l’ora.
Ad un certo punto parte il cronometro, inizia la musica della sesta classificata fortissima, assordante, vedi 80,000 persone che si alzano, cantano e ballano, io rimango li incredula con la musica che mi batte dentro, l’adrenalina a 1000 il mio sogno che si realizza “Il Carnevale di Rio de Janeiro”, mentro scrivo mi viene ancora la pelle d’oca. Voglio fare tutto guardare, filmare, fotografare, cantare con loro anche se non so una parola di quella canzone, è talmente tanta la gioia che non mi ricordo neanche più di soffrire di vertigini.

 

 

 

Rimango li appollaiata sul ciglio del camarotes per 6 ore, godendomi la musica, i colori, ogni carro, ogni passo di Samba, ogni persona che sfila davanti a me. Purtroppo 6 ore sono tante mancano ancora due scuole, ma siamo KO, domani abbiamo il volo di rientro per l’Italia, a malincuore dobbiamo alzarsi e farci riaccompagnare in albergo. Mi alzo e mi riprometto che un giorno tornerò nuovamente al Carnevale di Rio de Janeiro.

Descrivere il Carnevale di Rio e le sue sensazioni è impossibile, l’unico modo è andarci.

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